LO SVILUPPO URBANISTICO A RIO DOPO LA CHIUSURA DELLE MINIERE di Pietro Chionsini
pubblicato sabato 2 gennaio 2021 alle ore 10:17:55
Negli anni '80 quando avvenne la chiusura delle miniere, diventò impellente per il paese recuperare con altre attività, sopratutto nel campo turistico, quello che avevamo perso in termini di occupazione e guadagni. Volevamo recuperare il terreno perduto in questo settore rispetto agli altri comuni dell' Elba. La sfida era grande e le risorse modeste. In un primo tempo avevamo davanti due ipotesi di espansione urbanistica: allargarsi con un leggero insediamento verso la zona del Padreterno dove esistevano già delle strutture di urbanizzazione oppure verso Grassera. Si optò per il Padreterno perché Grassera era stata definita,a ragione, zona di interesse archeologico.
Quel terreno era rimasto immune da interventi invasivi ed insediamenti umani per secoli e si riteneva che sotto le rovine di quello che era stato un paese vi fossero stati altri insediamenti o fornaci di lavorazione del ferro da scoprire. Infatti proprio in quel periodo, una squadra di archeologi inglesi trovò delle cose importanti. La sovraintendenza di Pisa aveva delle forti riserve a considerare quel luogo zona di sviluppo urbanistico. Poi dovevamo creare importanti infratrutture per l' accesso alle nostre spiagge di Nisporto e Nisportino: le strade i parcheggi l'approvigionamento idrico e lo smaltimento della acque.
Dobbiamo inoltre considerare che trasformare una massa di minatori e contadini in operatori turistici non era per niente facile. Facemmo delle cose importanti in quegli anni. Successivamente, secondo me, ma è facile dirlo con il senno di poi dovevamo fermarci e puntare sulla riqualificazione delle case all' interno del paese con incentivi a chi avrebbe voluto ristrutturare e rinnovare. Provvedere a recuperare negli spazi vuoti parcheggi per favorire l'accesso alle abitazioni. La cosa andò in maniera diversa per tanti motivi: Il piano regolatore venne ampliato più volte perché le pressioni dei costruttori erano tante ed anche quelle dei proprietari locali dei terreni.
I grandi costruttori per le opere più grandi si rivolgevano direttamente alla regione che aveva l'ultima parola sui piani regolatori, circa l' estensione o la riduzione delle aree fabbricabili sull' indice di edificabilità.
Per ultima ma non meno importante la sensibilità e l'attenzione verso l'ambiente non era quella di oggi. Dico queste cose, non per accusare qualcuno tra l' altro anche io come amministratore ero coinvolto direttamente in queste scelte. Lo dico perché conoscere il passato il nostro lontano e recente passato aiuta a chi oggi si assume la responsabilità gi guidare un comune o di influenzare l'opinione abbia qualche strumento in più per decidere
In ogni caso allora funzionava così . Il PCI.era un partito fortemente gerarchico e tutti gli iscritti osservavano rigidamente le regole. Comunque ti do un' altra testimonianza che credo abbia ancora più importanza: i miei colleghi di maggioranza ed opposizione, i sindaci con cui ho lavorato erano persone rispettabili serie ed oneste e se ci stati degli errori sono stati fatti in perfetta buona fede. E anche quando alcuni di loro, cercavano di opporsi e andavano addirittura a Firenze a discutere, non ottenevano nulla e se ne tornavano con la coda tra le gambe. Come successe ad una commissione di dirigenti Pci che andarono a Firenze per bloccare un progetto edilizio a Bagnaia.
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