COME DIRE QUELLO CHE SI PENSA , SENZA RISCHIARE UNA QUERELA di G.Muti
pubblicato lunedì 14 settembre 2020 alle ore 17:11:05
Questa campagna elettorale si sta scaldando e arrivano di insulti e minacce di querele.
Siccome comunicare è complicato, perché non basta avere ragione e saper scrivere, bisogna anche riuscire a dire quello che si deve dire senza beccarsi una denuncia. Vorrei nel mio piccolo, dare qualche suggerimento. Una premessa: credo che a noi del movimento "Elba 2000", debba esserci onestamente riconosciuto il fatto che siamo stati i primi a introdurre l'insulto nel linguaggio politico elbano e avergli dato, però, la dignità di elemento di dialettico. I motivi per i quali fino a questo momento, non ci siamo trovati a risponderne davanti ad un giudice è perché ci siamo attenuti rispettosamente alle regole. Io, devo dire, le ho sempre rispettate. Il risultato? Giudicate: 5 anni di televisione, 25 anni di Radio, altri 15 su Elbanotizie e altre testate senza una sola denuncia. Alcuni colleghi all’Elba ne hanno ricevute. Qualcuno addirittura anche una decina . Sia chiaro non ho nessun merito; ci sono arrivato rispettando le regole che sono note perché la abbiamo già pubblicate , ma le ripetiamo
Le regole sono essenzialmente quattro Eccole:
Prima regola . l'insulto deve essere sempre rivolto ad un'azione, ad un'affermazione ad una scelta e mai all’autore che deve essere sempre indicato con nome e cognome. La differenza è sostanziale: io rilevo che tu hai fatto una stupidaggine (che, poi per vivacizzare il discorso la chiameremo cazzata) ma non dico che tu sei uno stupido, un disonesto o un cazzone. Chiaro?
Seconda regola. Ciò che viene criticato deve essere criticabile in modo lampante; su questo non possono esserci dubbi. Facciamo un esempio da antologia: un presidente di un ente importante dice, nel corso della cerimonia di inaugurazione del bruciatore del Buraccio , che sarebbe buona idea far diventare il luogo meta di gruppi turistici organizzati. Noi gli dicemmo che lui aveva detto una cazzata grossa come una casa, anzi come un bruciatore perché quell’impianto era accusato di produrre diossina. In casi simili l'autore ha tutto l'interesse che la cosa venga dimenticata.
Terza regola. Il tono dell'insulto deve essere attutito dall'ironia, o nobilitato da una sana indignazione morale che apparirà sincera solo se lo è veramente. Se non è così meglio astenersi.
Quarta regola Se quello che scrivi contiene delle critiche forti allora firma con nome e cognome . Questo è molto importante perché ti aiuta a non dimenticare le regole
Quindi , secondo noi ,a coloro che vogliono usare l’insulto nelle polemiche e che hanno difficoltà a ricordarsi le regole diciamo che possono essere riassunte in un sola: se hai rancore verso la persona di cui devi scrivere, interrompi subito, prendi una bicicletta e vai a farti una passeggiata. Se non hai la bicicletta, esci e fai del “Footing” (che scarica) o del “Fotting” che invece carica. Se lo farai, non dirai cazzate, e ci guadagnerai in salute
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