I LAVATOI DI RIO, LE CRITICHE AGLI ELBANI E LO SPIRITO DEL GRAN TOUR di G. Muti

Le  persone che, negli ultimi 20 anni,  sono   arrivate  da  oltre  canale e hanno  cercato    di    insegnare  agli isolani come si vive    in  un  isola   non si contano più.

L’ultima  è stata   la  signora  Rota   che,   in  canoa  e  col  marito,  ha  fatto,  prima,    un controllo     delle  coste  elbane     e  poi   è  approdata,  questa   volta  a piedi,  a i Lavatoi  di Rio. E,  non avendoli    trovati in ordine,  ha scritto, corredando con  foto,   a  Elbareport.  

Devo  dire   che  la  signora  Rota  fa sorridere. Non conosce  i “Pozzetti”  come li  chiamiamo noi    riesi  che sappiamo  che  l’acqua    che entra nella prima vasca    si trascina   dietro  sabbia    e  sedimenti   vari,  come  ha spiegato bene  il  sindaco De Santi  nel  suoi intervento. Non si scrive  ai giornali per  questo.

La lista  dei  personaggi

Ma  la signora  parla  anche  male  dell’Elba  e degli  elbani.  E  questo   le  dà  autorevolezza  e  il diritto di essere inserita    in una  lunga serie  di personaggi  che,  negli  ultimi  anni,  hanno  fatto  esattamente la stessa  cosa.

L’ultima , due anni fa ,    la signora  Puccini, turista,  ha  scritto un articolo    sull’ignoranza degli  elbani  e di chi  li amministra.   Ha  spiegato  che  “non hanno  nessun rispetto per  il patrimonio storico  e  artistico,  che  l’isola  è sporca  e  trasandata,     che  hanno   organizzano il  Centenario  Napoleonico con delle  carnevalate,   che  si dedicano     a  salsicciate     e  bevute   immersi nella musica  assordante   ecc “

  Ma   la lista inizia  moti anni fa   

Un professore  universitario  fiorentino,  Prof. Pizziolo,  interviene sul settimanale  "Lisola" con un articolo in  cui spiega che  "l'Elba   non  è  più un paradiso ma un paradiso perduto,  e anche compromesso.  Anno dopo anno, stagione balneare dopo stagione balneare  l'Elba  ci appare sempre più sfigurata,  più stanca, con le coste consumate,  le acque interne  e marine  contaminate, la campagna sempre più  abbandonata  e incendiata."

Qualche anno dopo   interviene   un professionista    della  comunicazione. Il capo dei cronisti romani    sempre  sul  settimanale    LISOLA:

  “L’Elba bella da lontano, ma dalla natura volubile contaminata e incolta, vista da vicino.L’Elba incantevole nelle cartoline dell’Apt quanto ingannevole a viverci accanto e deludente nei Servizi.  Il  premier Inglese Blair rinvitato dallo stilista Trussardi a soggiornare a Marciana Marina non si è fidato delle promesse e l’ha ripudiata ancora prima di conoscerla. E questo – dice Bartoloni - e stato il colpo di grazia per le allegre illusioni del turismo dilettantesco”

Gli insulti  istituzionali

E poi   è bene accennare   ad    alcune  uscite   contro  gli elbani   di personaggi con cariche  istituzionali    importantissime. Vediamone  qualcuno:  il primo  presidente del Parco Professor Tanelli che definisce gli  Antipararco   un Gorillaio;  l’altro presidente    Mario  Tozzi  che dice   che  gli elbani andrebbero  deportati; un Pubblico  Ministero di Livorno  sostiene  che gli  elbani hanno l’illegalità nel   Dna;   e  potremmo  continuare.

Ma  come  si spiega  tutto questo  ?

 Tutto inizia  con   la istituzione del Parco, che   attira   lo sguardo   degli    ambientalisti   e animalisti  sull’Elba. Prima la  ignoravano.  Questi amanti della  natura  sognano l’isola  come  un paradiso terrestre  dove  si  aggira   Il Marangone dal  Ciuffo, la  Berta Minore,  il  Rospo Smeraldino  che, per loro,  sono più importanti degli esseri  umani  e  quindi degli  elbani .

E   quando poi  sbarcano   sull’isola, questi   intellettuali aristocratici e ambientalisti,  non la  trovano come l’avevano  sognata.  Scoprono   che, in  quest’isola,  per  quando  bellissima,  ci  sono  problemi,  come  in ogni parte del mondo. Che loro, però, percepiscono come un'offesa  personale: un’ insulto ai loro sogni, un  tradimento delle loro aspettative.    Così reagiscono male   e  per  ogni  stupidaggine scrivono  ai giornali.

La  signora in  canoa

Se  vediamo  le  cose  in prospettiva,  di  fronte    a  quello che  è stato detto  in passato,    la  signora in  canoa  che  controlla  i lavatoi di   Rio  fa   veramente   tenerezza.  Anche perché ha  indirizzato  le  sue    critiche   all’Amministrazione   di Rio  mentre   quella struttura   è     stata  concessa   in comodato   al  Parco  Nazionale.   C’è una delibera    di  2  anni fa  firmata dal  sindaco Claudio De Santi.

La  signora   Rota non  lo sapeva.   Ma, purtroppo per lui, non lo sapeva  nemmeno  il  direttore  di Elbareport     che,  senza  che  ce ne fosse  bisogno visto  di cosa  si trattava,  è intervenuto  a  favore della signora pompando  strumentalmente   la notizia. Certo   non poteva  immaginarsi,  lui ambientalista  convinto  che,  così  facendo,  avrebbe  danneggiato l’immagine del  Parco.   Niente  di grave, una gaffe. Il sindaco  invece  è  intervenuto e    non  ha  voluto coinvolgere  il Parco.   Si  è limitato  a  difendere gli  operai del  comune  che fanno onestamente il loro lavoro.

 Si tratta  ,  comunque, di un episodio  interessante e  istruttivo.   E la  cosa  curiosa  è   che  esiste    un precedente  simile   quando   signore   ambientaliste/ animaliste    partono, lancia in resta,   contro    i riesi e il loro sindaco, e,  senza  volerlo,  coinvolgono   i vertici dell’ambientalismo   isolano   facendo  anche in  quel caso   un  flop   clamoroso. 

L’isola  dei  gatti

Quasi una  ventina di anni  fa,  nasce all’Elba un’associazione  animalista,  L’ISOLA DEI  GATTI” . Tre    signore  di  questa  associazione,      istallano  a  Rio  Nell’Elba, senza alcun permesso,   delle scatole   in legno per  gatti  randagi. Quindi,  una  o più  Gattaie .  Il  sindaco di Rio  (forse   Coluccia) emette  subito  un ordinanza    con cui si  vieta, per ragioni   igieniche,  di  portarci del  cibo.  Poi, nel  giro  di qualche  giorno,  le scatole spariscono. Le  tre   animaliste   scatenarono   sui giornali un guerra  contro   i  riesi   e  contro il Sindaco,   secondo loro,  responsabili di avere “  fatto morire  i gatti  fra  atroci  sofferenze”.

Il loro attacco   fallì miseramente    quando   il   capo  degli ambientalisti  elbani Umberto  Mazzantini,  membro  nazionale  di Legambiente, intervenne    duramente,       dando  ragione al sindaco  e  ai  riesi.   Non si sa   quanto  possa   avere  influito    questo   sul fallimento de  progetto   ISOLA DEI  GATTI.   Forse  ha  solo  contribuito visto che ,  secondo   voci   ben informate,    la  segretaria  scappo’   con la cassa e non se ne seppe più nulla.   

  Il Gran tour

Comunque,  dopo aver  evocato   questo  curioso episodio,    ritornando    alla  critiche   di coloro che  arrivano  da oltre canale, possiamo dire  che spesso    si sfogano in modo    offensivo anche  se,  a  volte, nel merito   hanno ragione.

Spesso però    si   tratta    di semplificazioni     che      tradiscono,  quasi sempre,   un atteggiamento  di sufficienza   tipico di coloro che sentono  di scendere  dalle zone alte in  una colonia. Insomma,  si  avverte   un’ anacronistico  spirito da "Grand tour". Quello cioè   degli intellettuali settecenteschi in giro per l'Italia,   incapaci di capire   perché mai   un così meraviglioso  paese  fosse abitato  da un popolo di selvaggi.

 Purtroppo questi moderni  “grantorurists”,  non hanno la loro   rilassatezza. I  tempi sono  cambiati.  Arrivano  sull’isola dopo aver passato 11 mesi  nel caos delle  città.   Sono stressati,  si  guardano in  giro sospettosi   e  drammatizzano tutto. E  noi  sull’isola dovremmo   accoglierli   con  pazienza  con se   fossero  naufraghi. Forse  naufraghi dell’esistenza.