L'ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE di Fabrizio Prianti
pubblicato martedì 27 settembre 2016 alle ore 12:27:48
“Alla dimora di Agrippa Postumo appartengono i resti di una lussuosa villa della quale sono oggi visibili soltanto alcuni ambienti … Tutti gli ambienti soprassuolo si dispongono, in maniera asimmetrica, intorno a una peschiera porticata di forma rettangolare.
Da questa … si accede a un piccolo teatro, di forma semicircolare, che presenta un sacello, o piuttosto un palco d'onore, al centro della cavea”. Così recita l'Enciclopedia dell'Arte Antica.
Dunque un gioiello, che ospitò il nipote di Augusto quando, nel 7 dopo Cristo, fu lì relegato.
Un gioiello che dovrebbe attrarre attenzioni da parte dei responsabili. Invece quel gioiello dell'architettura marittima romana fu oggetto di un maldestro restauro, curato (si fa per dire) dalla soprintendenza archeologica, che la stampa definì a ragione “restauro schock” perché si intervenne sulle strutture murarie con abbondante cemento e scorsaline di piombo.
Passa un anno passa l'altro, va in quiescenza un funzionario e ne arriva uno nuovo. Molti (e fra quei molti ci sono anch'io che in quell'isola stupenda ho trascorso momenti indimenticabili come tecnico Telecom Italia ) hanno sperato che le cose cambiassero, che i Bagni d'Agrippa potessero essere trattati con l'amore che meritano.
Le foto scattate pochi giorni fa, qui pubblicate, dimostrano purtroppo che abbandono, sciatteria, degrado continuano a farla da padroni. Al restauro schock e alla copertura a cupole tipo circo si aggiunge ora una buona dose di ruggine. Viene il dubbio che si vogliano trasformare i 'Bagni' in un monumento d'archeologia simil industriale. Per la gioia di chi osserva c'è anche un tocco 'natura', un trionfo di erbacce che però hanno il merito di coprire con pudore la visione dei numerosi inserti cementizi.
L'insieme è da prendere come esempio e da consigliare per tutti i siti archeologici di rilievo...
Fabrizio Prianti
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