ISOLE MINORI: SOLO IL SOTTOSVILUPPO E' INSOSTENIBILE di Marcello CAMICI (Università di Pisa)

 E’ in corso di esame in commissione territorio, ambiente, beni ambientali una iniziativa legislativa per un disegno di legge (n.1442) che ha come oggetto e finalità la salvaguardia, la valorizzazione delle isole minori e favorire lo sviluppo sostenibile delle popolazioni di queste isole. Non è che se ne parli molto e, comunque, chiunque fosse interessato, su internet può trovare il testo e relativi emendamenti.

Ho letto il testo con interesse poiché la mia famiglia abita e vive all’isola d’Elba. E’ un testo di pochi articoli e si legge molto bene. E’ però importante il contenuto che il legislatore ha voluto racchiudere in questi articoli,in tutto undici. Negli obiettivi da valorizzare e sviluppare per le isole minori,ciò che è scritto è davvero tanto, davvero enorme: si va dai rifiuti alla ricerca ed innovazione tecnologica. E’ lo sviluppo sostenibile il filo conduttore: un termine che si ritrovo ripetuto almeno sei o sette volte. Infatti le isole minori sono riconosciute come poli di sviluppo sostenibile ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n152. Per cercare di capirne di più sulla sostenibilità dello sviluppo sono andato a leggere questo decreto legislativo ma non ce l’ho fatta: sono 264 articoli!

Da quello che sono riuscito a comprendere è sostenibile lo sviluppo che incontri i bisogni del presente, senza compromettere le possibilità per le future generazioni di incontrare i loro bisogni. Quali saranno i bisogni delle generazioni future? Solo un profeta che conosce il futuro potrebbe rispondere.

Se poi si afferma che bisogni che danno sostenibilità allo sviluppo presente sono quelli vitali e cioè risorse quali aria, acqua, terra, energia e che saranno vitali anche per le future generazioni-a meno che non vadano a vivere su altri pianeti- mi pare che chi afferma ciò non abbia molto fiducia nella razza umana che vive su questo pianeta da qualche milione di anni. Insomma non riesco a capire come i genitori (generazione attuale) vivano senza pensare ai loro figli (generazione futura). La storia dell’umanità parla in senso contrario: dalla caverna siamo passati alla casa.

Credo che il sottosviluppo sia insostenibile. Non sarebbe meglio usare un altro termine? Sviluppo compatibile con le tantissime norme e leggi che ogni generazione dà a se stessa per garantire i suoi bisogni. Per esempio un bisogno della presente generazione elbana è la presenza di turisti per alimentare l’economia turistica. Non so se ,come il legislatore dice nel disegno di legge sulle isole minori,regolamentando flussi turistici con selezione, contenimento, istituzione di ticket d’ingresso, contributi veicoli a motore ecc. si viene incontro da un lato al bisogno dell’attuale generazione e dall’altro si salvaguarda la qualità della vita delle future generazioni.

Mi permetto ancora altre considerazioni che spero possano essere di utilità per il legislatore. Come ho detto, gli obiettivi di valorizzazione e di sviluppo individuati nel disegno di legge sono enormi e tanti. A fronte di ciò la copertura economica consiste nella partecipazione delle isole minori al fondo di solidarietà nazionale che pare di capire un importo corrispondente all’aliquota del 30 per cento della contribuzione Irpef corrisposta dai residenti nei rispettivi territori. Non si precisa neppure indicativamente quanto per esempio possa essere per l’Elba questa cifra e,non credo sia impossibile indicare numeri. Numeri invece precisi ci sono scritti (500000 euro/anno) per il limite di spesa massimo per la conferenza per lo sviluppo delle isole minori del mediterraneo. Insomma è possibile conoscere con più precisione a quanto assomma la copertura economica necessaria per raggiungere gli obiettivi indicati? Tra questi obiettivi indicati ne manca uno molto importante per un’isola e cioè che non è soltanto necessario garantire agevolazioni relative al trasporto marittimo e aereo ma anche garantire continuità territoriale nell’arco delle 24 orecome per ogni altro cittadino europeo ed italiano. Per il raggiungimento di questo scopo può essere utile obbligare la nascita su ogni territorio insulare antropizzato di un aeroporto funzionante 24 ore su 24 e per tutto l’anno?

Ancora altre considerazioni per il nostro legislatore. Si sa che le popolazioni insulari sono numericamente tali da non poter provvedere ad inviare un loro rappresentante direttamente in parlamento. Oggi esistono rappresentanti eletti ma quasi sempre non vivono né abitano nel territorio insulare. Non sarebbe più utile qualcuno o qualcuna che vive, lavora ed abita nell’isola andasse in parlamento a rappresentare le genti insulari? Non sarebbe possibile prevedere, per legge, una quota di rappresentanti insulari doc dal momento che gli insulari numericamente non possono farlo?

Infine vorrei che il nostro legislatore sapesse che il costo della vita nei territori insulari è assai superiore che nei territori cosiddetti “continentali”. Sono sufficienti a colmare questo gap le disposizioni fiscali previste nel disegno di legge quali l’incremento del 20 per cento per l’esenzione totale dall’imposta Irpef per i residenti oltre cinque anni in una isola minore? Non credo: ci vuole ben altro. Prima dal centrodestra e poi anche dal centrosinistra era stata proposta la nascita all’Elba di una zona di agevolazione fiscale riguardante solo l’attività di impresa: poi tutto è finito nel dimenticatoio. Servirebbe certamente il riconoscimento di una tale zona ma per tutti i cittadini insulari, non solo per le imprese

Mi piace ricordare a tale proposito quanto è stato fatto in due territori insulari, Canarie e Madeira, differenti da noi quanto a densità di popolazione ma che hanno con noi similitudini: arcipelaghi appartenenti all’Europa. L’arcipelago di Madeira è una regione autonoma del Portogallo ed è suddiviso in undici comuni: qui è stata istituita una libera zona di commercio. L’arcipelago della Canarie, territorio della Spagna, è una zona di bassa tributazione fiscale, la più bassa d’Europa. Con lo scopo di promuovere lo sviluppo sociale ed economico e diversificare la sua struttura produttiva. La zona fu autorizzata dalla Commissione Europea nel 2000. L’economia è cresciuta rapidamente ed oggi è basata sul turismo, l’agricoltura tropicale, la costruzione e i servizi.