SPIGOLATURE SUL TEMPIO DI ERCOLE (INESISTENTE) NELL’AREA DEL LAZZERETTO di Michelangelo Zecchini
pubblicato venerdì 20 settembre 2019 alle ore 23:52:05
PORTOFERRAIO. Condivido in pieno la risposta data dal Comune a Cecilia Pacini di Italia Nostra, la quale non si è fatta mancare (uso le parole dell’Amministrazione) “interventi polemici e fuori luogo“ sui lavori effettuati di recente nella collinetta del Lazzeretto.
La Pacini, fra l’altro, ha argomentato le sue critiche affermando addirittura che “fonti storiche antiche citano l’area come il primo insediamento di Portoferraio e del porto Argòs”, lamentando al contempo che “tuttavia l’area non è vincolata”. Per fortuna, mi viene da chiosare; meno male che la soprintendenza obiettivamente non ha apposto alcun vincolo. Perché, in verità, non c’è alcuna fonte antica che parla espressamente dell’arrivo di Menelao nella rada di Porto Argo, e meno che mai dell’esistenza di un tempio dedicato a Ercole nella collina del Lazzeretto. In realtà è stata enfatizzata una congettura basata sull’interpretazione, a mio avviso molto soggettiva, di un brano di Licofrone, nativo di Calcide nell’Eubea e attivo tra la fine del IV e la prima metà del III secolo a. C.. Va precisato che i riferimenti geografici dell’erudito greco ruotano tutti intorno alla Sicilia e non all’Elba, ma Alessandro Corretti, della Scuola Normale Superiore di Pisa, nel 2005 propose l’ipotesi dell’arrivo di Menelao a Porto Argo, dove gli Argonauti avrebbero innalzato un tempio a Ercole. Gli fece eco Franco Cambi dell’Università di Siena che, senza la minima evidenza archeologica, giunse perfino a localizzare il tempio di Ercole sulla collina del Lazzeretto. Questa è la storia. O meglio la storiella. Provai a ridimensionare suggestioni e congetture con un articolo dal tono ironico intitolato “E all’Elba spuntò Menelao e fors’anche Elena di Troia”. Ma fu inutile. Come si è visto, l’immagine di eroi ed eroine dell’Iliade ha continuato a popolare l’area dell’antico Lazzeretto fino ad oggi, fino a che scavi e trincee diagnostiche hanno dimostrato che lì non c’è proprio nulla di interesse archeologico. Né un frustolo di ceramica, né un lacerto di struttura muraria. Niente di niente. Peccato: non potremo più sognare l’eidolon (lo spirito) di Elena che si libra fra supermercato, parcheggio e negozi.
Il fatto è che qualcuno ha messo il carro davanti ai buoi. Le polemiche sterili e fuori luogo ne sono la conseguenza più o meno diretta.
Michelangelo Zecchini
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