E' NELLE LIBRERIE IL LIBRO DI GIULIANO GIULIANI SU MAGO CHIO' IL PRIMO FREE-CLIMBER DEL MONDO
pubblicato martedì 19 marzo 2019 alle ore 19:19:10
La pubblicazione “Mago Chiò Vita e Leggenda del Primo Free-Climber del Mondo” esce dopo centocinquant’anni dalla sua nascita.
D’allora è passato tanto tempo. Ma il suo nome fiabesco e la leggenda delle sue imprese non sono stati mai dimenticati.
Volendo riscattare le umili origini, la turbolenta fanciullezza e il condizionante alfabetismo, Mago Chiò aveva assunto nei confronti della comunità un atteggiamento underground.
Sarebbe stato comunque un perdente, se la sorte, sin dalla sua nascita, non lo avesse fornito di una dote che ben presto lo avrebbe distinto e fatto conoscere e stimare, non solo dai suoi conterranei, ma anche dai pisani, dai fiorentini e dai petroniani.
Francesco Grassi, in arte Mago Chiò, scopertosi da subito un eccellente arrampicatore, dote singolare e fino allora più unica che rara, la mise in atto e la perfezionò per imporsi all’attenzione dei contemporanei.
Le sue emozionanti e pericolose ascensioni sulle fortezze medicee, le falesie e le calanche più aspre e insidiose dell’Isola, e quelle straordinarie sulla Cupola del Brunelleschi e della Torre degli Asinelli, esaltarono quei forestieri e resero fieri i suoi concittadini.
Ogni azione della sua vita, anche quella più banale, fu destinata ad sedurre e scioccare il prossimo, come si evince dalla sua celebre frase: “Mago Chiò è un nome dato da me, significherebbe andando in qualunque pericolo di vita, in qualunque altezza che possa restare incredula al popolo”.
L’incontro con il celebre pittore macchiaiolo Telemaco Signorini fu un capitolo a parte. Un capitolo che si trasformerà in un’affettuosa amicizia.
Due personaggi che attraverso le loro immense diversità s’integrarono e scoprirono sentimenti fraterni imprevedibili. Non tutti all’epoca li capirono.
Alcuni pensavano che Mago Chiò fosse una delle solite macchiette che rendevano particolarmente oleografica la cittadina fortificata.
Molti parlavano di lui con superficialità di titolo e di classe, con gratuita ironia e molta fantasia.
Nonostante questo, su quelle mura monumentali dell’antichità rinascimentale medicea, dove non avevano voluto mettere la firma gli architetti militari Bellucci e Camerini, per molti e molti anni, “avvampò accesa di biacca” la firma strana e irridente di Mago Chiò.
Aveva sognato di essere un Mago. Un vero Mago. “Mago Chiò è un nome dato da me…”, ripeteva ad ogni buon ora. Ci aveva creduto ma…non sapeva che i Maghi esistono solo nelle fiabe.
Mi è stato chiesto se Mago Chiò fosse vanitoso. La mia risposta è stata immediata e categorica: “Lo era, da morire”. Penso fosse il suo peccato più grande, quello che in fondo ha caratterizzato la sua vita fino a portarlo nella leggenda. Non badava alla propria persona, ma alle proprie qualità, che doveva soddisfare a qualunque costo. Senza questa innocente mania, Mago Chiò non sarebbe esistito.
La pubblicazione “Mago Chiò Vita e Leggenda del Primo Free-Climber del Mondo” vi aspetta nelle librerie di Portoferraio - Libreria Stregata, Via Giosuè Carducci, 164 e MardiLibri, Piazza della Repubblica, 25 -
|